Monte Ortigara

 

10 giugno, ore 5,15. L'artiglieria apre il fuoco dando inizio all'attacco con il bombardamento delle linee nemiche. Alle ore 15, dopo ore di snervante ansiosa attesa sotto la pioggia e nel fango, le fanterie attaccano. Così il giornalista De Mori descrive la scena: «Finalmente assistiamo al prodigio. Alpini e fanti escon di corsa e dan la scalata alle rupi entro le quali si annida il nemico: poi scompaiono. La bufera pare li abbia portati via nel suo grembo... Qualche minuto dopo, tra gli squarci aperti nella nebbia e nel fumo, gli assalitori riappaiono sulle posizioni nemiche gridando “Savoia!”...»

La 52° Divisione divide l'attacco in due colonne: la colonna Cornaro e la colonna Di Giorgio.

La colonna Cornaro attraverso la Valle dell'Agnella tenta di scardinare la linea fortificata che prende il nome di “Opere Mecenseffy”  (Comandante austriaco) e di conquistare il Costone dei Ponari ed il Monte Campigoletti. Al grido «Savoia!» il “Mondovì” si getta sulle posizioni nemiche e conquista il Corno della Segala riuscendo a mantenerlo con l'aiuto del “Ceva” e del “Val Stura”. Il “Vestone” ed il “Bicocca” d'impeto e con numerose perdite superano la prima linea di reticolati, aiutati anche dalla nebbia, ma sono arrestai sulla seconda linea e presi d'infilata dal fuoco nemico.

La colonna Di Giorgio scende nel Vallone dell'Agnellizza dove si divide in due tronconi: gli Alpini del “Bassano” risalgono sotto il micidiale fuoco nemico su per il Passo dell'Agnella verso la quota 2.003 e la quota 2.101 mentre gli Alpini del “Sette Comuni”, dopo aver cantato l'Inno di Mameli, puntano direttamente sul settore più fortificato della quota 2.105, la vetta dell'Ortigara.

Il “Bassano” insanguina il Vallone dell'Agnellizza (che verrà nominato Vallone della morte) e, decimato, espugna la quota 2.003. Da qui sferra l'attacco alla quota 2.101, chiamata dagli Austriaci Cima Le Pozze e strenuamente difesa; l'assalto si arresta, ma accorrono in aiuto Compagnie del “Val Ellero” e del “Monte Clapier” e la quota 2.101 viene conquistata. Dopo un infruttuoso tentativo di procedere verso  la vetta (quota 2.105) i soldati si attestano e fortificano sulle posizioni.

La 52 Divisione registra le seguenti perdite: 35 ufficiali morti, 85 feriti, 2 dispersi; 280 militari morti, 1874 feriti, 309 dispersi.

Nella notte, fino all'alba i Battaglioni “Tirano” e “Monte Spluga” si portano di rincalzo: iniziano la discesa del Monte Campanaro e si accingono ad attraversare il Vallone della morte, illuminato sinistramente dalle esplosioni. Questo tratto mieterà vittime una dopo l'altra. Queste " truppe fresche" giungono a quota 2.101 (Cima Le Pozze) e di li avrebbero dovuto sfondare verso Cima Dieci ed il Portule.

Alle ore 8 giunge l'ordine del gen. Mambretti, comandate l'Armata, di sospendere l'attacco e rinsaldarsi sulle posizioni. Il nemico intanto si era ulteriormente fortificato su Cima Ortigara ed il gen. Como Dagna, per consolidare le posizione decide di sferrare un nuovo attacco contro le posizioni del giorno precedente. Alle 16 ricomincia il Calvario degli Alpini. Il “Verona” ed il “Sette Comuni” si sacrifica nei reiterati attacchi contro Cima Ortigara, mentre il “Val Arroscia” ed il “Monte Mercantour” si dissanguano contro le fortificate "Opere Mecenseffy". Il “Tirano” ed il “Monte Spluga” riattaccano il Passo di Val Caldiera e la Cima Dieci ad ovest dell'Ortigara e raggiungono, a prezzo di pesanti sacrifici le posizioni nei pressi di Passo di Val Caldiera, ma debbono ritirarsi per non essere accerchiati. Alle perdite del giorno precedente si debbono aggiungere: 12 ufficiali morti, 12 feriti e 1 disperso, 54 militari  morti, 420 feriti, 54 dispersi (prigionieri od annientati dalle bombe).

Il gen. Mambretti decide finalmente di sospendere l'azione., ma il 15 giugno c'è un tentativo degli austriaci di riprendere le posizioni perdute che, però, s'infrange contro il valore degli Alpini. A questa azione partecipano anche i Battaglioni “Valtellina”, “Saccarello” e “Monte Stelvio”.Nei ranghi del Battaglione è Don Giulio Bevilacqua, ufficiale-sacerdote che sarà poi Cardinale. Il bilancio delle perdite è elevatissimo: 12 ufficiali mort