nella poesia, nei proverbi e nei detti popolari

 

 a cura di Rinaldo Rainaldi

Una raccolta messa insieme rovistando tra i brandelli della memoria e rosicchiando in quà e in là con la pazienza di un roditore. Essa è ben lungi dall'avvalorare l'abusato quanto falso clichè dell'alpino ubriaco che brancola e traballa brandendo il fiasco semivuoto, offrendone al passanti e orrendamente strapazzando le sue vecchie canzoni.

Dai brevi commenti, che costituiscono quasi un tessuto connettivo della raccolta, spero risulti chiaro che quel falso cliché rappresenta soltanto l'eccezione e che il vino è considerato quale esso veramente è: un dono della natura, che l'alpino apprezza e predilige quale componente prezioso della stia alimentazione. Cui conferisce virtù atte a difenderlo dal freddo e dalle intemperie e ad alleviargli la fatica; lo apprezza per quel tanto di allegria, di speranza, di sicurezza che, specie nei momenti più bui, gli consente di trarre da una onesta bevuta.

Gli alpini non sono una razza di smodati bevitori votati in massa all'alcoolismo ed alla cirrosi epatica.

Rispecchia tutt'ora una sacrosanta verità la lapidaria affermazione di un indimenticabile nostro Presidente Nazionale, l'Avv. Ettore Efizzo, il quale ebbe a dire:

"Nella storia degli alpini c'è più sangue che vino"

Sì, tanto sangue da indurre ogni onesto italiano a guardare con rispetto e simpatia anche l'alpino ubriaco ed a considerare con benevolenza il lato umano anche nella sua occasionale intemperanza.

"Vino e spirito alpino coesistono in simbiosi anche in Paradiso" dove è presumibile sia vietato l'ingresso a coloro che non sanno apprezzare i doni di Dio, mentre qualche speranza possono forse nutrire coloro che di quei doni talvolta abusano, senza mai dimenticarne l'origine divina.

R.R.

 


 

"VINUM BIBANT HOMINES, ANIMALIA CETERA FONTES"

(il vino lo bevono gli uomini, per gli animali c'è l'acqua di fonte).

 

Saggio precetto della Scuola Salernitana che, come ben sanno i dotti, era una scuola di medicina e perciò degna di fede come ogni cosa che sa di saggezza antica.

 

"DATE VINO A CHI HA L'ANIMO AMARO PERCHÉ NON SI RICORDI PIU' DEL SUO DOLORE" (La Bibbia)

 

Se un alpino non credesse neppure alla Bibbia non gli resterebbe che farsi sbattere in fanteria!

 

"SE ME FRULLA UN PENSIERO CIIE ME SCOCCIA ME FERMO A BEVE E CHIEDO AIUTO AR VINO, POI ME LA CANTO E SEGUITO ER CAMMINO COR DESTINO IN SACCOCCIA" (Trilussa)

Trilussa era un grande amico del vino e, stando a quanto si arguisce da talune sue poesia, non di rado alzava il gomito. Prediligeva il Frascati e per un romano di razza questo è più che naturale.

Poichè abbiamo sondato il parere di un poeta celebre seguitiamo con la citazione di altri non meno celebri poeti.

 

"IL SAPIENTE DELLA VITA OBLIO" (G. Carducci)

 

"IL VINO SA RIVESTIRE DI UN LUSSO MIRACOLOSO IL PIU' SORDIDO DEI BUGIGATTOLI" (C. Baudelaire)

 

Carducci e Baudelaire, pur così diversi fra loro, sono dunque d'accordo. Tradotti in parole povere i loro versi significano questo: il vino sa dare gioia e felicità anche quando le cose del mondo sembrano volertele negare.

E per restare a Baudelaire eccovi un altro "fiore" del suo sconvolgente poema "I fiori del male”

 

"IL VINO RENDE PIU' LUCIDO L'OCCHIO E PIU' FINE L'ORECCHIO"

 

Ma quando vi avrò rivelato che cosa ne pensava il "Poeta Sommo" che col verso che segue manifestava tutto il suo entusiasmo per il sublime nettare, potremo gridare ai quattro venti che con quanto fiato abbiamo in petto: "Abbasso gli astemi"!!!!

"LO DOLCE BER CHE MAI M'AVRIA SAZIO" (Dante)

Passando dai poeti agli uomini di chiesa, ecco una profonda riflessione del cardinale Richelieu:

"SE DIO AVESSE PROIBITO IL VINO PERCHE'MAI LO AVREBBE FATTO COSI' BUONO?"

 

A tal proposito vale ricordare con quali parole un nostro Cappellano, sembra con notevole efficacia, soleva redarguire gli alpini che avevano la riprovevole abitudine di tirare moccoli, sia pure senza intenzione di offesa per la religione: "Pensa", diceva loro il buon cappellano, "che il Signore ha inventato il vino!"

Dopo di che il reo, pentito, faceva il fermo proponimento di mordersi la lingua ogni qualvolta si sentisse preso dal demone dei moccoli.

 


Perchè venne il diluvio universale?

Non c'è dubbio: per punire i birbanti che delle loro birbanterie avevano infestato il mondo, ed infatti è vecchio assai il detto:

 

"L'ACQUA E' FATTA PER I BIRBANTI, IL DILUVIO LO PROVO"

 

Una verità lapalissiana è contenuta nel detto:

 

"BEVI?.... MORRAI! NON BEVI?.... MORRAI LO STESSO! PERCIO' BEVI!"

 

Tuttavia, pur ammettendo, come è ormai prassi consolidata, che gli alpini non muoiono, ma "vanno avanti (senza troppa fretta) sembra valido il consiglio di limitare il carburante per evitare di accelerare la marcia.

 

"TI FA GUARDARE IL MONDO COME UN PADRETERNO" (Camillo Sbarbaro)

 

Sarebbe come dire che il vino predispone all'ottimismo e l'ottimismo è la base del successo; ma per fare in tal modo concorrenza al Padreterno, che per i pessimisti avrebbe avuto il torto di creare il mondo, occorrerebbe superare di molto il limite di guardia. L'alpino se ne guardi bene! .... e se è già un pochino attempatello non dia tanto credito al seguente aforisma che i miei superiori mi insegnarono, quando io ero un aspirantino non ancora bene addottorato in materia di leggi e comportamenti scarponi:

"IL BUON VINO FA LIETO IL CUORE E DI UNA SBORNIA NON SI MUORE"


 

Quali siano le relazioni di parentela tra l'acqua e il vino possiamo desumerlo dai seguenti proverbi:

"QUEL CHE CON L'ACQUA MISCHI E GUASTI IL VINO MERITA DI BERE IL MARE A CAPO CHINO" (proverbio toscano)

Supplizio atroce ma ben degno di chi compie simile sacrilegio!

L'acqua, la "sora acqua pretìosa, humìle et casta", la lodava anche Santo Francesco, ma ciò non esclude che San Francesco apprezzasse anche il buon vino della sua verde Umbria.

 

"BEVI IL VINO E LASCIA CHE L'ACQUA VADA AL MOLINO"

É un vecchio detto popolare, un cauto invito alla gioia del bere ed una esaltazione del vino genuino; intendo dire: non annacquato.

 

"DELL'ACQUA SOLE BEVERE CHI NON HAVE DEL VINO" (Jacopone da Todi)

 

A guisa di sillogismo se ne può dedurre che commette grave peccato chi, avendo del vino, persiste nel mantenersi astemio. Per chi non lo sapesse: "Fra" Jacopone da Todi era un francescano.

 

"PASTO SENZA VINO SI FA UN MAL MATTINO" (proverbio toscano)

Per forza!.... non si può essere di buon umore dopo aver pasteggiato ad acqua!

 

"L'ACQUA FA VENI I BABI 'N TE LA PANZA, EL VIN LI FA MEURI" ( Proverbio piemontese) L'acqua fa venire i vermi nella pancia, il vino li ammazza.

E' una delle tante virtù terapeutiche del vino schietto e robusto, ad esempio; il barbera.

 

"L'ACQUA FA MALE E IL VINO FA CANTARE"

Verità nota sin dai tempi di Noè.

 

E per tornare alle virtù terapeutiche del vino, eccovi un altro saggio proverbio toscano:

 

"CHI BEVE VINO PRIMA DELLA MINESTRA SCACCIA IL MEDICO DALLA FINESTRA"

Aveva dunque ragione quel nostro amico alpino che prima dei pasti soleva alzare il calice al grido di: "Abbasso i dottori! "

 Avverto però che deve trattarsi di vino genuino e non dei tenebrosi intrugli che vanno sotto il nome di aperitivi. Questo era anche il parere dell'alpino Paolo Monelli, un indiscusso maestro del saper bere.

 

"SE DA ZOVENE NON TI PORTI EL VIN, DA VECIO TI PORTERA' L'ACQUA"

(proverbio veneto)

Giustissimo perché bevendo acqua questa può accumularsi in qualche parte del nostro organismo e quindi produrre idropisia. E sempre per evitare guai alla tua salute, tieni a mente questi limpidi versi di un poeta veronese:

 

Neppure con la polenta è consigliabile bere acqua: ce lo conferma il vecchio detto popolare:

"CHI MANGIA LA POLENTA E BEVE L'ACQUA ALZA LA GAMBA E LA POLENTA SCAPPA"

 

Ma poiché la polenta non si può fare col vino è giocoforza farla con l'acqua, la quale però in gran parte svapora durante la cottura.

 

"NEL VINO VOGLIO AFFOGARE I DOLORI; AL VINO CHIEDO MI FACCIA SCENDERE NEGLI OCCHI STANCHI, CONSOLATORE, IL SONNO" (Tibullo)

Tibullo era un poeta romano vissuto una cinquantina di anni prima di Cristo. Uomo di delicati sentimenti e di squisita sensibilità ma di temperamento un po’ triste, e per uomini siffatti è gran ventura che si sia inventato il vino!.... Il versetto della Bibbia, citato all'inizio, ben si adatta al caso di Tibullo.

 

"CHI SA BERE IL VINO TROVA UN BALSAMO, CHI NO UN DOLORE"

 

Sacrosante verità di cui dovrebbero tener conto coloro che sono abituati a tracannare il vino con ingordigia senza osservare le regole di rito, le quali richiedono una attenta ricognizione visiva ed olfattiva prima che il successivo impatto col palato ne abbia accertato, con sagaci piccoli assaggi, la genuinità e il vigore. Il rito deve concludersi sorseggiando con lenta voluttà, interrotta da calme pause che accendano il desiderio di più prolungato godimento sino ad una serena sensazione di beatitudine ben lontana dallo stato di incoscienza della "ciucca".

Se trascuri queste regole sei soltanto un ubriacone e ...... mal te ne incoglierà!

 


 

"QUANDO I0 BEVO PENSO, QUANDO PENSO BEVO" (Rabelais)

 

Ma Rabelais, personaggio assai complesso vissuto nel XVI' secolo (medico, scrittore di romanzi comici, poeta, filosofo e persino uomo di Chiesa), era portato alla esagerazione in tutte le sue manifestazioni ed a mettere in pratica la sua affermazione si finirebbe per perdere lo ben dell'intelletto. Non si può negare però che il vino, assunto in giuste dosi, libera il pensiero verso purissime altezze.

 

"IL VINO E' UN COMPOSTO DI UMORE E DI LUCE" (Galileo Galilei)

 

Con questa squisita immagine poetica del sommo scienziato potremmo riassumere quanto di più esaltante possa essere detto del vino.

 

La mia raccolta potrebbe così considerarsi esaurita se non mi corresse l'obbligo di gettare uno sguardo, un po’ preoccupato, nel futuro. Me ne dà occasione il seguente versetto tratto da un vecchio canto goliardico:

 

"BUON VINO GRATIS NON GUASTA MAI"

 

che mi induce a constatare, con accorata malinconia, che i goliardi di oggi troppo spesso rinnegano il buon vino allegro e salutare, per l'aranciata, la coca-cola, o, peggio, per l'acqua minerale, magari artificialmente gasata. Questi giovani non promettono gran ché di buono per l'avvenire dell'umanità: c'è solo da sperare che la loro sia una moda passeggera e che la saggezza ed il buon gusto tornino ad indirizzarli sulla retta via che fu dei padri.

 

E COSI SIA! ........