Vivi le Forze Armate. Militare per tre settimane

 

Il Progetto “Pianeta Difesa”, proposto dal Ministro della Difesa On. Ignazio La Russa nell’ambito dell’Adunata Nazionale degli Alpini a Latina nel 2009,  ha visto, nel 2010, la realizzazione di due “sessioni”, essendo esuberanti le richieste di partecipazione.

La realtà ha clamorosamente smentito i denigratori di questo progetto, denigratori purtroppo presenti anche nelle file dei nostri associati.

Un paradosso se si pensa ai principi che sono alla base di questa iniziativa: conoscerci meglio, condividere i valori che promanano dalle Forze Armate ed arricchire le conoscenze di base riguardanti il dovere costituzionale della difesa della Patria. Valori che sono alla base del nostro essere Alpini.

"Inoltre", sono sempre parole del Ministro, "il Progetto Pianeta Difesa può raggiungere altri importanti scopi: la riscoperta e l’insegnamento di certi valori (amore per la Patria, la dedizione al Servizio, l’onore, il coraggio, il senso di responsabilità ed il senso civico), una preparazione di base teorico-pratica spendibile anche nelle attività della protezione civile e del volontariato, creare le condizioni necessarie, una linfa nuova che alimenti le varie Associazioni Combattentistiche e d’Arma che, con la sospensione della leva, vedono anno per anno un numero di iscritti decrescente con il pericolo concreto ed imminente di una loro definitiva chiusura a danno di quanti partecipano in azioni di volontariato civile a favore di altre persone bisognose".

 

"Vivi le Forze Armate. Militare per tre settimane"

è un'iniziativa che si pone l'obiettivo di avvicinare sempre più il mondo dei giovani a quello delle "stellette".

Tre settimane durante le quali i partecipanti a questa proposta potranno arricchire le loro conoscenze di base riguardanti il dovere costituzionale della difesa della Patria, essere protagonisti di attività atletico-militari, visitare Reparti speciali, frequentare Corsi addestrativi, apprendere nozioni per il soccorso alle popolazioni in caso di pubbliche calamità e per la protezione dei beni culturali, paesaggistici e ambientali.

 

Carissimi,

a conclusione del progetto "Pianeta Difesa" al quale avete partecipato, l'Associazione Nazionale Alpini intende ringraziarvi per la determinazione e per il coraggio dimostrato.

Coraggio per aver aderito ad un progetto i cui contenuti non erano affatto chiari all'inizio e determinazione per aver saputo affrontare con serenità e serietà un programma addestrativo particolarmente intenso.

A tale programma avete partecipato, peraltro, in maniera completamente disinteressata poiché nulla vi è stato offerto in cambio. Avete cercato solo soddisfazioni morali in un mondo che pare occuparsi esclusivamente di quello che può essere monetizzato. E questo è un particolare non secondario che ci infonde fiducia per il futuro.

L'entusiasmo che ho percepito in voi alla fine del corso, confermato dai vostri ufficiali e sottoufficiali, mi ha davvero confortato in tal senso.

Questo corso, come sapete, non vi ha conferito la qualifica  di "Alpino", ma vi ha permesso di avvicinarvi al nostro mondo con una maggiore consapevolezza.

Per ragioni statutarie non potremo iscrivervi come Soci ordinari, ma saremo lieti di sapere che sarete venuti tra di noi nella fila dei Soci aggregati dove potrete continuare a respirare il nostro mondo ed affinare quello "spirito alpino" dal quale inesorabilmente sarete stati contagiati.

Grazie ancora!

Se "Pianeta Difesa" avrà un futuro e potrà essere magari perfezionato lo si dovrà, anche e forse soprattutto, al vostro impegno ed allo spirito che avete saputo mostrare.

Di questo l'Associazione Nazionale Alpini vi è grata.

Vi abbraccio.

Corrado Perona

 
 

 
 

 
   

 

È lampante, riflettendo su quanto sopra scritto, sostenere con tutto il nostro entusiasmo il futuro del Progetto.

Anche il “nomignolo” mini-naja appare inappropriato e riduttivo; come è stato affermato dai Comandanti di Unità, al termine dei Corsi autunnali, nelle Caserme di Belluno e S. Candido: “… in queste due settimane i volontari hanno appreso e realizzato nozioni che, durante la naja, occupavano alcuni mesi di addestramento...”.

È indubbio che due settimane non sono sufficienti per finalizzare l’addestramento militare ad un impiego operativo, ma sicuramente sono un ottimo banco di prova come è stato testimoniato, con entusiasmo, dai partecipanti che, avendo vissuto e “sudato” la dimensione della montagna e della vita militare, hanno accresciuto il senso del rispetto e la fiducia in se stessi e nei compagni.

Un addestramento “intenso” che ha fornito loro un addestramento formale di base con la conoscenza della struttura delle Forze Armate e dei principali mezzi in dotazione all’Esercito; hanno seguito lezioni teoriche sulle armi portatili in dotazione, su elementi di difesa personale, sul ruolo delle FF.AA. nella pubbliche calamità e la cooperazione civile-militare

Sono stati resi consapevoli dei propri limiti, hanno imparato a rispettare l’ambiente e ad accrescere il sentimento di solidarietà verso chi è in difficoltà.

Hanno conosciuto ed assimilato il significato di  cosa vuol dire “essere Alpini”, espressione di un Corpo che, dalla sua nascita, ha scritto e continua a scrivere pagine importanti della Storia d’Italia. Ed il gesto simbolico della consegna del Cappello Alpino, alla fine del Corso, ha visto affiorare tante lacrime di commozione e di orgoglio.

Il nostro Gruppo è stato ben rappresentato, nel 2010, da due volontari, Francesco Colombini ed Elisabetta Rossi. Francesco Colombini, addirittura, dopo la partecipazione al Corso estivo nella Caserma “Cantore” a S. Candido, ha voluto ripetere l’esperienza, nell’autunno, a Belluno, nel 7° Reggimento Alpini.

Anche Giulia, sorella di Francesco, ha calcato i sentieri dolomitici, col 7° Reggimento, nel 2011.

Nello splendido scenario delle Dolomiti, oltre alle marce, hanno appreso nozioni di movimento in montagna con difficoltà progressiva e sopravvivenza ad alta quota, svolgendo attività di esercizi di topografia, di “orienteering” e collegamenti radio in ambiento montano, pernottamento in quota, attività di arrampicata e lungo una Via Ferrata.

Alla cerimonia conclusiva, il Comandante della Brigata Alpina Julia, Generale Bellacicco, in partenza per assumere il Comando dei nostri Alpini in Afghanistan, congratulandosi con i volontari, così si è espresso:

… sono rimasto colpito dal vostro entusiasmo e dal vostro impegno. Mi da la “carica” necessaria per l’impegno gravoso e difficile che mi attende. E di questo vi ringrazio”.