la Grande Guerra sopra i ghiacciai

Il fronte italo-austriaco, nella sua parte nord-occidentale, dal Passo dello Stelvio alle Giudicarie, attraversava i due imponenti massicci dell'Ortles-Cevedale e dell'Adamello-Presanella.

All'inizio della guerra era pensiero comune che fosse impossibile trascorrere un inverno a quote superiori ai tremila metri. Ma la necessità di mantenere posizioni e conquistarne di migliori costrinsero italiani ed austriaci a tentare l'impossibile; sorsero baracche di legno abbarbicate alle pareti, defilate rispetto al tiro dell'artiglieria, passerelle, gallerie scavate nel ghiaccio. Furono attrezzate difficili vie alpinistiche per il passaggio di corvee, si costruirono teleferiche arditissime che garantivano i collegamenti anche con climi più avversi.

Per ogni soldato al fronte occorrevano, di supporto, cinque uomini di corvèe per i rifornimenti dei viveri, dei materiali, delle munizioni, un servizio garantito dai prigionieri di guerra russi, dai serbi e dai bosniaci e dalle donne «militarizzate» della Rendena che ogni giorno trasportavano legname ed assi fino alle teleferiche.

Il solo vivere a quelle quote costituiva per i soldati un enorme problema: l'inverno durava otto mesi ininterrotti, con nevicate abbondanti da ottobre a maggio ed altezze medie della neve dai 10 ai 12 metri. Il freddo, implacabile nemico quotidiano, oscillava mediamente in questo periodo dai -10° ai -l5° con punte notturne da -20° a -25° ed anche oltre. In questo "inferno bianco" gli alpini italiani e i soldati austriaci, oltre a combattere fra loro, dovevano anche sopravvivere alle estreme condizioni ambientali, fra cui le implacabili e micidiali valanghe che, in proporzione, causarono più vittime che non gli effetti dei veri e propri combattimenti.

Sull'Adamello tutte le azioni, svoltesi nei diversi anni, tendevano sostanzialmente a scardinare, direttamente o indirettamente, il caposaldo austriaco dei Monticelli, in modo da poter aver via libera sul Passo del Tonale. Gli Austriaci avevano disposto trinceramenti e scavato numerose caverne lungo la linea del fronte che collegava i Monticelli alle alture del Tonale orientale. Inoltre avevano occupato anche i Passi Paradiso, Castellaccio e Lagoscuro che dominavano la conca di Ponte di Legno