Sul Grappa la Madonna è ritornata,

sul Grappa, che l’estate infiora ed ammanta,

e le bandiere l’hanno salutata

han salutato la Madonna Santa;

l’han salutata, con sommesse voci,

i cimiteri ove son tante croci.

Quando la Patria vacillò

e, dal Monte, s’udiva un lungo gemito d’oppressi,

i giovinetti sono corsi al fronte

e la Madonna stava in mezzo ad essi.

Albe ridenti, vesperi di fiamma,

e la Madonna parea la loro mamma.

Parea la loro mamma,

una dolente mamma che i figli suoi vedea morire

e per salvarli non potea far niente:

solo lagrimare e benedire.

Divider volle allor la loro sorte

e la Madonna fu ferita a morte!”  

E l’han portata giù squarciata e infranta

e i giovinetti le han gridato allora:

“Tu tornerai quassù Madonna Santa,

Madonna bella tornerai quassù ancora,

per Te conserveremo questa cima

libera e italiana come prima

E la vittoria vi fe’ la prima tappa

poi varcò il Piave e irruppe giù dal Grappa.

Or non più il tuo sangue bagna il Grappa nostro:

gli invasori son vinti

e la Madonna torna alla Montagna

torna la Mamma presso i figli estinti.

Bronzo novello le ferite serra

della Madonna invalida di guerra!

Oh, la Madonna è bella e i pittori l’han dipinta

vestita di turchino

cinta di stelle tra i più vaghi fiori

chinato il volto sul Divin Bambino.

Della bellezza, Tu la palma porti,

o Madonna che guardi i nostri Morti,

o Madonna che udisti, nelle meste sere,

salir dal basso una canzone di bimbi

che vincean fin le tempeste formidabili e cupe del cannone

una canzone che ai piedi tuoi moria:

 

Monte Grappa, tu sei la Patria mia!

 

 

Questa poesia mi è stata insegnata alla Scuola Elementare, dove ci insegnavano anche le parole delle prime strofe dell'Inno Nazionale, facendocelo anche cantare. Qualcuno dirà subito: retorica, patriottismo fascista, ipocrisia! Nono sono d'accordo!!!! Era solo l'intelligenza di una Maestra che, fin da piccoli ci faceva capire che eravamo italiani. E la ringrazio! Mio padre ha combattuto nell'ultima guerra. Nel suo diario, nelle prime pagine afferma che non condivide la guerra e l'idea politica che l'ha determinata, ma obbedisce ad un richiamo della Patria. In quel momento la politica del Governo italiano era sbagliata, ma il dovere del cittadino non era per questo modificato. Se si ama un valore lo si difende: con gioia, ma anche con sofferenza! Il soldato esegue ordini che nascono da scelte politiche, ma obbedisce solo al suo dovere di italiano. Il soldato non ha nemici: è il politico che determina il nemico!

I versi di questa poesia molte sconfinano in simbolismi  che appaiono sdolcinati ed arcaici, ma solo per condensare in poche parole, od addirittura in una sola, stati d'animo molto complessi ed appassionati.

Vorrei consigliare i lettori che, ad una prima lettura, sorridono alle parole ed ai versi, di rileggerla più volte. Capisco che può essere difficile, ma quanto era più difficile per i nostri nonni lo stare lassù. soli, in pericolo, apparentemente abbandonati. La Madonna era la loro compagnia. Una compagnia trascendente che poteva addolcire la sofferenza, accrescere la speranza, lenire il dolore, dare un futuro ed una speranza alla morte. Erano ragazzi di appena diciotto anni che si sono comportati come adulti. Hanno sacrificato la loro gioventù per qualcosa che dentro di loro li spronava. E se fosse stata proprio quella presenza in mezzo a loro?

Una curiosità. La menomazione della Statua comprese anche un piedino del Bambino. La Statua fu portata a valle per proteggerla e ripararla. Ma quel piedino rimasto inavvertitamente sul terreno del monte fu raccolto. A significare quella sensazione di abbandono fu proprio un  soldato di Lucca, della nostra Sezione, a raccoglierlo e lo conservò come protezione e compagnia fino al termine della guerra e del suo percorso terreno, ma volle che, dopo, tornasse lassù, come ringraziamento!