Raduno Solenne 22 – 23 Giugno 2002

Il venerdì pomeriggio le condizioni atmosferiche sembravano confermare le brutte previsioni.

Ma già la notte, le stelle che appena schiarivano le stupende vette dolomitiche, ci hanno fatto sperare. 

Ed infatti il sole ha scaldato tutte le celebrazioni del sabato. All'ammassamento numerosi erano i vessilli sezionali e ancor più i gagliardetti dei Gruppi. Il lungo corteo ha sfilato per il Corso di Canazei raggiungendo il Monumento ai Caduti dove, alla presenza del Labaro Nazionale scortato dal Consiglio Direttivo, sono stati resi gli Onori.Cori e Fanfare hanno rallegrato i presenti nelle ore del tramonto. A sera, le numerose Penne che avevano occupato Canazei hanno portato quella sobria e composta allegria caratteristica dei Raduni Alpini. Si viveva l'attesa per il giorno successivo.

 


Uno splendido sole ci ha svegliati alla Domenica nei pressi del punto di partenza per il Rifugio. Arrivavano gruppi di Alpini da località più o meno vicine alla Val di Fassa e s'avviavano per la ripida carrareccia. Con noi si è incamminato, Alpino tra gli Alpini, il Tenente Generale Scaranari, Comandante delle Truppe Alpine.

La fatica era mitigata dalla compagnia e dallo spettacolo che le vette coronanti la Val Contrin ci regalavano.

 

Il Rifugio Contrin, addobbato di numerosi Tricolori, ci ha accolto al termine della salita. Era stato preparato l'Altare per la S. Messa nella stupenda cornice della Marmolada e della Cima Ombretta.All'ora fissata si sono raccolti i Vessilli ed i Gagliardetti con le Autorità presenti. La fanfara ha intonato il "Trentatre" ed il Labaro Nazionale è sfilato davanti ai presenti per mettersi al lato dell'altare, a fianco della figura di S. Maurizio. Sulle note dell'Inno di Mameli si è alzata la bandiera sul pennone. Momento magico a cui è seguito l'emozionante Onore ai Caduti. Non è retorica, ma in quei momenti, gli squilli della tromba, ci portano lontano nel tempo. Quella valle si riempie, da ogni meandro, da ogni roccia, dalle maestose vette, di ombre. Barbieri, Andreoletti, Alpini, KaiserJager si materializzano e convergono verso l'altare. Sono loro gli Eroi, quelli che hanno bagnato quelle zolle e quelle rocce con il loro sudore, le loro lacrime, il loro sangue! Ombre del passato che si sono sacrificate per un ideale, per il dovere. Quelli che non hanno chiesto e non chiedono altro che il ricordo. Perché la loro sofferenza, il loro sacrificio non sia dimenticato e, con l'oblio, non sia vano. Gelo, tormenta, valanghe, dolore, sofferenza, morte sembrano stridere con il raggiante calore di uno splendido sole, ma nella mente, nel cuore dei presenti il ricordo è segnato da quell'improvviso silenzio. Ed ogni Alpino che porta la mano al Cappello vuol salutare militarmente Loro, i veri, degni partecipanti al Raduno. E nelle parole del Celebrante si rinnova il loro ricordo, accomunato a tutti quelli che sono morti sulla montagna per un amore che va oltre la vita. Si respirano quei valori che hanno fatto grandi gli Alpini, degni figli della montagna.

Vessilli e Gagliardetti ondeggiano nella brezza che mitiga la calura. Dicono che siamo lì perché «non dimentichiamo» ed ogni anno ritorneremo con quelle insegne che hanno sublimato la loro sofferenza ed il loro sacrificio. La cerimonia prosegue. Terminate la S. Messa con la lettura della Preghiera dell'Alpino, si susseguono gli interventi del Presidente Parazzini, del Ten. Gen. Scaranari, delle Autorità locali. Durante queste ore, sulla parete sud della Marmolada si sono arrampicate tre cordate: le Guide di Canazei, membri del C.A.I. ed Alpini in armi. Al termine vediamo le loro sagome che si stagliano sulla vetta. Ci ritroviamo tutti per il rancio in allegria. Le prime ore del pomeriggio ci hanno accompagnato nel cammino del ritorno a valle dove ci attende il viaggio di ritorno.

Un'esperienza ricca di significato e di emozioni, condivisa con altri Alpini della Sezione. Momenti di fierezza per il Cappello che portiamo, così ricco di valori e di ideali. Un'altra occasione per dimostrare la nostra fedeltà al motto che ci distingue: "per non dimenticare".

Al prossimo anno!

Rifugio Contrin 23 giugno 2002

 


Album fotografico

 

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