Con queste parole, il 20 luglio 1988, il Santo Padre Giovanni Paolo
II cominciava la sua ascensione al Monte Peralba. Per la via
normale, ma con passaggi su cresta, nevaio, tratti attrezzati. Alle
ore 16 giunse sulla vetta a 2693 metri di altezza. Dopo un incontro
casuale con due alpinisti austriaci, la recita del Gloria davanti
alla Croce di vetta e poi quelle del Requiem in ricordo dei Caduti
della Prima Guerra! Aveva fatto suonare la campanella votiva ed
osservato un bossolo austriaco. Lo sguardo acuto e gioioso sul
meraviglioso panorama. Poi il raccoglimento con la lettura del
Breviario. La montagna, la riflessione, la preghiera! Più salgo più
valgo, motto Alpino, per Lui era realizzazione di vicinanza col
Padre Creatore. Basta vedere l'espressione dello sguardo rivolto
verso l'alto per leggervi l'intima felicità che
tutti quelli che raggiungono una vetta provano. Erano appena passati
quattro giorni dalla celebrazione della S. Messa sull'Adamello, che
già lo aveva visto
sul candore dei suoi nevai quattro anni prima con gli sci ai piedi:
era stato accolto da un Reparto di Alpini che, a quell'altezza,
prestavano servizio d'ordine. Un candore che Lo spinge a togliersi
il berretto come a ringraziare di quella bellezza! Un Papa sui quei
sentieri e sul quelle vette
dove il sangue degli Alpini aveva colorato il candore della neve o
rigato il grigio della pietra. Così la salita al Rifugio Berti sotto
il Passo della Sentinella che aveva visto l'eroismo del Lunelli e
dei Mascabroni. Così il 13 luglio 1987 la via Crucis del Monte
Quaternà, sul sentiero tracciato nel giugno del 1915 dagli Alpini del
Fenestrelle. Questo Battaglione col Pieve ed il Dronero aveva
insanguinato quelle zolle insieme ai Fanti della Brigata Ancona. Ed
intorno, in quello splendido paesaggio carico di storia e di
emozioni, altre cime segnate dal valore alpino: Frugnoni, Cavallino, Pitturina,
Palombino. Una salita silenziosa, accompagnata dalla preghiera,
assorta nel ricordo. Nel cuore il padre, Ufficiale nell'Esercito
Austro-Ungarico, che aveva combattuto nella Grande Guerra. Per quattordici volte una sosta, le mani sul bastone, il capo chinato nella meditazione. Ed infine la vetta
a 2503 metri di altezza con l'immancabile firma sul Libro di
vetta come un normale alpinista.
E ad ogni ritorno il grazie alla Madonna per le sensazioni della giornata!
Le nostre montagne serberanno in eterno il
ricordo di questo grande Padre, amante dei loro silenzi e delle loro
emozioni.
Sull'Adamello, a 3278 metri,. la Punta Giovanni
Paolo II, sulla quale è stata eretta una Croce di granito, è meta di
annuali pellegrinaggi, sul Gran Sasso, la Cima Wojtyla, a 2424 metri, domina quei nevai che spesse volte hanno visto il Santo Padre
scivolare sugli sci.
In occasione della Adunata Nazionale del 1979, a Roma, Gli
fu donato il Cappello Alpino fregiato dei gradi di
Generale; "bisogna meritarselo questo Cappello" aveva esclamato.
Ha
mantenuto l'impegno e di questo gli Alpini d'Italia Gliene saranno
sempre riconoscenti e con quella immagine Lo serberanno per sempre
nel loro cuore e Lo sentiranno come protettore nelle loro pericolose
missioni e vicino, come compagno, nelle loro ascensioni..
... come
Lo vogliamo ricordare...
Immagini
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