Quadrivio di Selenyi Jar
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Dicembre 1942: il Corpo d’Armata Alpino si trova schierato sull’ansa del Don. Neve, gelo
e temperature che raggiungono i – 40°.Si è appena verificata una grossa
infiltrazione russa nel punto di saldatura fra la Cuneense e la Cosseria. I
Russi hanno compreso che gli italiani hanno un potenziale in armamenti più
debole dei tedeschi, ma non hanno valutato correttamente lo spirito degli
uomini, specialmente delle Truppe Alpine. "...se la buffa ti lascia il
passaggio, noialtri alpini fermarti saprem...." così cantavano gli Alpini
nella Ia Guerra mondiale e cosi si comportano gli Alpini nella Seconda. La
"Buffa"
ha resistito con valore ad attacchi di forze drasticamente superiori, ma, le Sue
fila, sfinite e ridotte nel numero, hanno ceduto.La Julia è chiamata a tamponare la
falla con uno spostamento difficoltoso e
sanguinoso che la distoglie da località dagli Alpini attrezzate, con grandi
sacrifici, per la sopravvivenza ed il combattimento alle rigide temperature
invernali. Sono scaraventati in posizioni pianeggianti, esposte al fuoco nemico
ed ai rigori invernali senza alcun riparo.
Uno di questi è il quadrivio di Selenyi Jar. Punto critico per l'incrocio di vie di comunicazione fondamentali viene ripetutamente assaltato da ingenti masse russe rese euforiche dalla vodka ed appoggiate da numerosi e potenti mezzi corazzati. Mentre il «Gemona» si comporta egregiamente a Quota Signal, il «Vicenza» si distingue per eroismi e sacrifici su questo caposaldo.
Dopo intenso fuoco d'artiglieria iniziato alle ore 6 circa, truppe della forza di circa 2 battaglioni attaccano la posizione con l'appoggio di circa 25 carri armati. Alle ore 9 si accende una mischia furiosa a corta distanza con bombe a mano. Con l'aiuto di quattro semoventi e di sei carri armati tedeschi, Alpini e tedeschi arrestano e ricacciano i nemici. É in questo frangente che rifulge l'eroismo del Sottotenente di Complemento Vittorio Heusch, livornese. Comandante di plotone mitraglieri, incita e guida ripetutamente i suoi Alpini all'attacco. Messosi alla difesa li sprona alla resistenza ad oltranza e, alla fine, guida i suoi Alpini al contrassalto con bombe a mano, sebbene ferito. La mischia sublima il suo eroismo ed il sacrificio della sua giovane vita.
Orfano di guerra, tace la sua posizione di Studente di Medicina per partire volontario per la Russia. Da quelle steppe gelate si congiunge a Battisti e Filzi negli Eroi di Cantore.
La Sezione di Pisa - Lucca - Livorno appunta una delle sue 6 Medaglie d'Oro sullo Stendardo.
“Orfano
di guerra, studente in medicina, taceva tale sua posizione per poter partire
volontario per la Russia. Comandante di plotone mitraglieri, durante un
gravissimo violento attacco nemico, appoggiato da numerosi mezzi corrazzati,
muoveva più volte all'assalto alla testa dei suoi alpini. Impegnato tutto lo
schieramento della compagnia, si portava ovunque animando e raccogliendo gli
uomini intorno a sé e stabilendo successive resistenze. Pur conoscendo la
schiacciante superiorità dell'avversario, non cedeva di un passo e alimentava
la strenua difesa sostituendo personalmente tiratori caduti sul campo.
All'attendente che tentava di consigliarlo di non esporsi eccessivamente
rispondeva:"Dirai alla mamma che ho compiuto fino in fondo il mio
dovere". Organizzato e guidato un violento contrassalto a colpi di bombe a
mano, seminava grandi vuoti nelle file nemiche suscitando nei suoi alpini
indomito spirito aggressivo. Colpito gravemente da proiettile di carro, sferrava
con i superstiti un ultimo audace attacco scomparendo nella violenta lotta.
Fulgido esempio di virtù militari, sprezzo del pericolo ed alto patriottismo.
(Fronte russo - Quadrivio di Selenj Jar, 30 dicembre 1942)".