Nikolajewka

 

Gennaio 1943: il Corpo d’Armata Alpino si trova schierato sull’ansa del Don inconsapevole ancora degli eventi tragici che si stanno preparando. Ogni giorno si combatte con l’Esercito Russo e con le condizioni atmosferiche. Neve, gelo e temperature che raggiungono i – 40°.

A Stalingrado ormai si sta compiendo il destino dell’Armata Tedesca.

Il giorno 15 l’Esercito Russo attacca lo schieramento a difesa del fiume e lo rompe in un punto di giunzione fra truppe italiane e tedesche. Solo il 17, a sera, giunge l’ordine di ripiegamento al Corpo d’Armata Alpino: quasi tre giorni di voluto, colpevole ritardo. Gli Alpini sono stati sacrificati per permettere ai tedeschi di ritirarsi!

I Russi erano già ottanta chilometri alle spalle del Corpo d’Armata Alpino.

Le tre Divisioni, Tridentina, Julia, Cuneense, forti di circa 16.000 uomini, più i circa 5.000 del Comando di Corpo d’Armata, iniziano il loro tragico ripiegamento tentando di rompere quell’accerchiamento che si sta sempre più stringendo attorno a loro.

Senza mezzi, con indumenti no