Quota Cividale

 

30 Dicembre 1942: alba di un gelido giorno di sangue e di gloria. É in corso un attacco russo per rompere la linea difensiva del Don. Preceduto da pattuglioni che sperimentano la resistenza della linea del fronte, il fuoco tambureggiante delle artiglierie russe annuncia il prossimo attacco delle fanterie. Il settore più colpito sembra quello tenuto dal "Tolmezzo" che, appoggiato validamente dalle artiglierie della Julia e della Cuneense, tiene duro e respinge vigorosamente l'attacco.

I russi attaccano allora la quota 176,2 tenuta dai tedeschi e chiamata «Signal». Il presidio tedesco si difende coraggiosamente tentando anche un contrattacco, ma inutilmente:la quota passa in mano russa. Vivace il fuoco d'artiglieria tedesco ed italiano, ma necessitano uomini coraggiosi per riprendere la quota, elemento determinante per tutta la linea difensiva. Da lassù, infatti, i russi controllano agevolmente tutte le piste su cui transitano i rifornimenti, e le battono con l'artiglieria.

Il Comando tedesco chiede l'intervento del battaglione «Gemona» che, nonostante il violento fuoco avversario, si lancia all'attacco alla baionetta. La quota è riconquistata e gli Alpini friulani ricevono l'encomio del generale Eibl.

Nella giornata si verifica un episodio tragico e sconcertante: padre e figlio vengono feriti nello stesso modo e, proprio il figlio, riceve sulla slitta che lo trasporta all'infermeria, il padre morente e lo assiste negli ultimi istanti.

La quota torna in mano tedesca. Il 4 gennaio alle ore 5 un nuovo attacco in forze scaccia i tedeschi dalla posizione. A fianco si trova il "Cividale" che ha sostituito in linea il "Gemona".

Il capitano Chiaradia si pone alla testa dei suoi Alpini e, di propria iniziativa si slancia alla riconquista della quota 176,2. Alle ore 10,30 nuovo attacco russo avvolgente che costringe gli Alpini a retrocedere. Ma gli Alpini non si rassegnano e riconquistano la cima dopo un furioso contrassalto. Poi si danno da fare per costruirvi opere difensive nonostante la durezza del terreno a causa del gelo.Nuovo sangue friulano bagna la neve della steppa e nuove medaglie d'oro si appuntano sulle gloriose bandiere.

Ore 8,30 del 5 gennaio: i russi prendono alle spalle gli Alpini e li costringono a retrocedere: il capitano Chiaradia si rilancia alla conquista alla testa dei suoi soldati incitandoli al grido "Fuarce Cividat", ma viene stroncato dal piombo nemico appena messo il piede sulla cima contesa. La medaglia d'oro è degna ricompensa a tanto valore!

I tedeschi, ammirati dal contegno degli splendidi soldati delle montagne fiulane, decidono di chiamare la quota Signal “Quota Cividale”.

Altri attacchi allontaneranno provvisoriamente gli Alpini dalla loro quota, ma sempre essi riescono a riconquistarla ed a mantenerla poi, definitivamente fino alla grande ritirata. La quota Cividale costa circa trecento morti al Battaglione, ma l'altissimo tributo non piega la volontà dei soldati, anzi, li sprona ulteriormente nel loro impegno d'onore.

Molte le onorificenze assegnate dai tedeschi agli eroici Alpini, ma la più importante è l'appellativo con cui, da allora, i tedeschi stessi chiamano la Julia:«Divisione Miracolo